folignonline
Edizione del 24 Novembre 2023, ultimo aggiornamento alle 11:56:39
nato dalla fantasia di Leopoldo Corinti, dedicato alla sua famiglia
folignonline
cerca nel sito

Stampa articolo

Intorno ad un vinile, 21 Maggio 2017 alle 16:16:00

La nuova frontiera della musica indipendente e l'ibrido Mainstream-Umderground


Manfredi Barbarossa

Una delle cose più affascinanti, se non una delle poche sicurezze, del mondo musicale è l'eterna battaglia tra il mainstream e l'underground. Per chi non fosse avvezzo alle locuzioni tecniche del campo discografico si può, in maniera un pò semplicistica, riassumere il primo come un circuito artistico e di distribuzione che punta ad un numero massivo di vendite, nel secondo invece si tende a privilegiare il contenuto artistico e la sperimentazione, avendo minor cura, almeno ufficialmente, dei grandi numeri.


Per rendere ancora più concreto il concetto, il mainstream si può paragonare alla grande catena di distribuzione mentre l'underground può essere visto come il negozio di quartiere.Sono consapevole che questi termini di confronto potrebbero far drizzare i capelli ai puristi e quindi, onde evitare il linciaggio, passo subito ad analizzare una tendenza che sta prendendo piede dagli ultimi 7 anni: l'avvicinamento dell'ambiente indipendente al modus operandi tipico degli ambienti più commerciali e viceversa.


E' necessario partire da un presupposto: la gloria e la visibilità ancora non sono riconosciute come valute ufficiali, quindi difficilmente un artista può sopravvivere senza le vendite delle proprie opere. Qualsiasi musicista, DJ o cantante punta comunque a vendere più copie possibili, che sia indipendente, che sia commerciale.
La differenza è stata sempre nel target e nel modo in cui si è voluto raggiungere il risultato.
Tuttavia oggi, a causa di vari fattori come la macro-diffusione dei social, il proliferare del crowdfunding e quindi l'apparente facilità con cui si possono raggiungere vette non indifferenti, ha portato alla creazione di una situazione ibrida: il mainstream-underground.


Da non confondere ovviamente con il mostruoso ibrido pop-dance citato nel primo articolo di questa rubrica. In realtà questa è una situazione potenzialmente molto interessante, poichè probabilmente potrebbe essere il punto di svolta per il Risorgimento della discografia.


Infatti l'atteggiamento di chiusura ideologica da ambo le parti è stata una delle cause, sin dalla fine degli anni '90, della bolla del mercato discografico, entrato in stato comatoso con la nascita dei servizi di digital download come iTunes (e conseguente abbattimento dei margini di guadagno delle maggiori case discografiche).


Con più di dieci anni di ritardo, e grazie anche alla nascita dei servizi di streaming come Spotify, le potenze della discografia sono riuscite a generare nuovi proventi, mentre l'ambiente indipendente si è potuto avvalere di nuovi sbocchi promozionali.


Conseguentemente, ciò ha portato ad una maggiore attenzione da parte dell'ambiente mainstream per le proposte indipendenti ed un atteggiamento di minore chiusura da parte di questi ultimi verso gli ambienti più commerciali.


Come tutte le cose, ci sono dei rischi anche in questo caso: su tutti che anche l'underground possa risentire di una forte massificazione.
Ma almeno una cosa ci può far guardare con fiducia al futuro del mondo della musica: che sia la volta buona che questo settore abbia fatto il salto definitivo, nell'immaginario collettivo, da settore di nicchia a professione universalmente riconosciuta?


 


 

I.O. Cerreto di Spoleto


Commenti (0)
Aggiungi un commento [+]